LA NOSTRA STORIA

Ricordi d’Abruzzo – le nostre radici

Ricordi d’Abruzzo- le nostre radici from caterina on Vimeo.

 

 

Molti dei nostri ospiti rimangono sorpresi nel leggere le numerose scritte che decorano il loggiato moresco della casa principale. Tra tutte, quella che sorprende di più è un’iscrizione del 1968, giorno della memorabile scoperta del villaggio protostorico di Madonna degli Angeli. Questa è solo una delle tante testimonianze che legano indissolubilmente questa casa e la sua terra ai suoi proprietari e alla loro storia.
La nostra famiglia, è legata a questi luoghi fin dal XVII secolo, quando, il nostro antenato Lorenzo de Pompeis decise di trasferirsi a Torre de’ Passeri dal borgo di Castelli, piccolo centro della provincia teramana alle falde del Gran Sasso. Qui fin dalla fine del XV secolo il capostipite della nostra famiglia Orazio Pompei si dedicava al mestiere che nel Rinascimento veniva considerato nobilissimo: l’arte di dipingere maiolica. Le committenze erano le più importanti casate reali e principesche d’Italia quali gli Aragona, gli Orsini e i Farnese, per i quali la più importante famiglia di ceramisti del ‘500 era quella dei Pompei (questo era il cognome originario) di cui il borgo di Castelli conserva ancora l’antica fornace.

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Quando, nel 1600, i miei avi si trasferirono a Torre de’ Passeri, per la posizione illuminata del marchese Mazzara, oltre che per le naturali risorse del territorio (acqua, argilla etc), Lorenzo de Pompeis, dopo aver impiantato la fabbrica, fece costruire un importante palazzo signorile che affacciava proprio sulla piazza principale del paese e, come era consuetudine a quei tempi, iniziò ad acquistare numerosi terreni nella zona circostante affinché fossero destinati a vigna e olivi, coltura tipica dei fondovalle. Tra questi compariva anche la Madonna degli Angeli, che prendeva il nome dalla vicina e piccola chiesa di campagna che ancora oggi accoglie i nostri ospiti, poco prima di entrare in agriturismo.
La famiglia de Pompeis per secoli ha mantenuto la sua posizione privilegiata, difendendo gli ideali illuministici che erano radicati nelle loro origini borghesi e mercantili, fin ad ospitare nel corso della storia, carbonari, il re Gioacchino Murat e i generali Howard e Chervardes, che l’archivio storico di famiglia testimonia aver soggiornato nell’alcova della casa padronale.

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Ancora oggi entrando in questo palazzo (Palazzo de Pompeis), che è vincolato quale Monumento Nazionale per l’originalità della struttura, degli arredi e delle suppellettili straordinariamente conservatesi integre, si è subito assaliti dagli sguardi dei ritratti di famiglia appesi alle pareti, non tanto per ricordarci il singolo personaggio, ma la continuità della famiglia che vuole testimoniare la storia delle proprie origini.

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Ed è proprio la continuità e il desiderio di non dimenticare che ha spinto, con mezzi e modalità diverse, tutti i componenti di questa famiglia a conservare negli anni e fino ad oggi la loro storia; nello stesso tempo questo attaccamento alle tradizioni, ereditato dal passato, ci ha portato a coltivare l’amore per la storia della nostra terra.

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Mio padre, Claudio de Pompeis, e prima ancora mio nonno Ermanno, entrambi medici, “curiosi dell’uomo” e dei suoi molteplici aspetti, hanno dedicato gran parte della loro vita allo studio e alla scoperta della storia dell’Abruzzo, dando, se pure in modo non professionale, un contributo cospicuo allo sviluppo dell’archeologia e della cultura abruzzese, in particolare quella preistorica e protostorica. Io e i miei fratelli vivevamo queste esperienze come avventure fantastiche, in cui la terra ci restituiva capitoli interi di storia, regalandoci indimenticabili emozioni durante le nostre innumerevoli esperienze di scavo nel volontariato.
Non dimenticherò mai il giorno in cui, durante lo scasso per impiantare la vigna alla Madonna degli Angeli, il trattore si fermò e mio padre, in preda all’eccitazione e tra la totale incomprensione e meraviglia dei contadini, cominciò a cacciare dalla terra vasi, suppellettili di varia natura, spilli e aghi di bronzo, ornamenti e oggetti di uso quotidiano. Si trattava di un villaggio protostorico di tremila anni fa, i cui scavi furono poi condotti dal Comitato Abruzzese di Preistoria e Protostoria, di cui mio padre faceva parte. Scavammo per giorni interi e i ritrovamenti furono ben più importanti di quello che speravamo. Questo per noi bambini piccoli fu un evento eccezionale: nostro padre aveva trovato il tesoro nascosto … ! Proprio sotto quella terra dove i nostri nonni avevano camminato per secoli !

Per anni tutta la famiglia ha seguito mio padre e i suoi amici in una instancabile attività di volontariato, che ha permesso la scoperta di importanti siti archeologici, come la “Grotta dei Piccioni” di Bolognano (importante santuario neolitico con sacrifici umani a soli 5 minuti dall’agriturismo), i ritrovamenti preistorici nella “Valle Giumentina” presso Roccamorice (a 30 min.) e innumerevoli interventi di recupero o veri e propri scavi archeologici (naturalmente sotto l’egida dell’Università di Pisa o della Sovrintendenza regionale). Molti dei ritrovamenti sono oggi testimoniati dalla raccolta presente nel museo delle Genti d’Abruzzo, di cui mio padre fu fondatore e strenue sostenitore nei difficili anni successivi, bui e caratterizzati dall’abbandono della cultura per altri valori … .
Così come per i miei antenati anch’io, pur avendo scelto di laurearmi in sociologia a Roma, non ho potuto rinnegare la “curiosità per l’uomo” e il desiderio di conservare e tramandare la passione e l’amore per la storia della mia terra che oggi, insieme alla mia famiglia, cerco di trasmettere ai nostri ospiti. I fratelli più direttamente, entrambi direttori di musei a Pescara, stanno portando il “testimone” di famiglia e persino mia moglie Caterina, laureata in archeologia, ha “scelto” di fare una tesi di laurea sugli antichi insediamenti fortificati dell’Alta Valle del Pescara (cioè, tanto per cambiare, l’area che ci circonda).

La nostra casa, che per millenni è stata un luogo di sosta per i pellegrini e per coloro che viaggiavano lungo la Tiburtina Valeria, continua ancora oggi come agriturismo ad essere luogo di ristoro e un punto di partenza ideale per scoprire gli Abruzzi e, passeggiando nel suo parco magari assaggiando il suo particolare vino, rivivere la sua antica storia.

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