Storia del territorio

Millenni nella natura: la strategicità dell’area.
http://www.abruzzoverdeblu.it/webimages/foto/itinerari/pescara/z_tholos.jpgL’agriturismo sorge su un’importante sito archeologico che va dalla Protostoria, al periodo Italico, per poi passare a quello dell’antica Roma, fino ai giorni nostri. Tutto questo grazie a particolari condizioni di strategicità di posizione dovute principalmente a due fattori: il connubio “mare e monti” e la profonda gola che taglia in due la catena degli Appennini (la cosiddetta “Gola dei Tre Monti”).

L’estrema vicinanza alle montagne (con le tre vette più alte di tutti gli Appennini), come pure la vicinissima costa, agevolavano le popolazioni Protostoriche ed Italiche nelle loro attività agro-silvo-pastorali. Infatti era facile per loro praticare la “transumanza verticale”, alternando i verdi pascoli in quota durante l’estate ai più mitigati terreni costieri dove far svernare il bestiame durante l’inverno. Da un punto di vista viario la possibilità di attraversare le montagne senza dover salire in quota, approfittando della “Gola dei Tre Monti” (oggigiorno strategica via di passaggio dell’autostrada Roma-Pescara e della Statale Tiburtina Valeria), rappresentava un punto di forza straordinario per tali aree. Il facile collegamento tra la costa tirrenica e quella adriatica, specie durante il periodo romano, fecero di questa zona uno snodo viario importante, sempre “vissuto” nel corso dei millenni e ricco per gli inevitabili commerci e attività che vi si svolgevano.

Entrambi questi due fattori hanno determinato la forza e la ricchezza dell’area nei millenni e sono a tutt’oggi tra i più importanti punti di forza della nostra struttura ricettiva. Per chi soggiorna da noi, infatti, risulta estremamente facile muoversi nel territorio alla scoperta di questa affascinante regione, potendo alternare nel giro di mezz’ora l’alta montagna – con i suoi paesaggi incontaminati e gli antichi villaggi medioevali (la cui vita ancora ricalca ancestrali abitudini) – alla moderna costa, con la bellezza del mare e i servizi delle sue grandi città. La vicinanza alle moderne vie di comunicazione dei giorni nostri, che inevitabilmente vi passano nei pressi (l’autostrada e la strada Statale), “accorciano” ancora di più ai nostri ospiti i tempi di spostamento da una parte all’altra del territorio e rendono ancora più incredibile il passaggio da un tipo di panorama all’altro, grazie anche alla straordinaria e pressoché unica varietà di BIODIVERSITA’ che caratterizza la nostra regione nello scenario internazionale. Storia e natura vivono “a braccetto”, il tutto a portata di mano.
E infatti proprio all’interno della nostra azienda è stato portato alla luce tra gli anni 1974-78 un villaggio della fine dell’età del Bronzo (XI – VIII sec. a.C.), i cui reperti sono conservati ed esposti per lo più al Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara e ancora oggi oggetto di continui scavi e studi da parte della Sovrintendenza Archeologica di Chieti e dell’Università di Pisa. Il villaggio era costituito da una serie di capanne ovali (di cui 7 già oggetto di scavi) che hanno restituito numerosi oggetti, tra i quali materiale ceramico appartenente alla cultura Protovillanoviana e utensili di uso quotidiano come fuseruole per la filatura della lana, pesi da telaio, aghi, ricottiere, macine in pietra, tutti strumenti che attestano un tipo di economia agro-pastorale. I numerosi ritrovamenti di corna di cervo e di alcuni denti di orso testimoniavano che oltre che coltivatori e allevatori, questi abitanti erano anche cacciatori occasionali nelle montagne vicine. Alcuni frammenti di cocci sono ancora facilmente osservabili scrutando il terreno in superficie, specie dopo le arature.

 

 

 

 

 

 

 

 

Accanto a questi oggetti di uso comune sono stati rinvenuti anche lastre tombali italiche e un raro menhir protostorico, che sono conservati in azienda proprio dietro la “casa Padronale”. Il menhir, infisso nel terreno dietro la casa, è una delle pietre fitte trovate in Abruzzo (le più importanti si possono ammirare nella vicina necropoli di Fossa – AQ).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Faceva sicuramente parte di un’area cultuale legata alla fertilità, come testimonia la stessa forma fallica del reperto. Sempre all’interno del nostro parco sono visibili una seconda pietra fitta dell’epoca (quasi sicuramente un secondo menhir) e testimonianze romane tipo frammenti di rocchi di colonna, capitelli e una pala di altare dell’epoca.

Scavi successivi, fortemente voluti da mio padre e condotti sotto l’egida della Sovrintendenza, hanno restituito anche i resti dell’antico pagus “Interpronium” di epoca romana. Anche questo piccolo villaggio sorgeva su quell’area probabilmente sfruttando la posizione strategica, dato che si trovava lungo una delle arterie principali che portavano a Roma, la Tiburtina Valeria, e in un posto in cui si poteva attraversare lo strapiombo sul fiume Pescara grazie ad un ponte da loro costruito. Questa struttura (di cui se ne può ancora vedere parte delle due arcate) sorgeva vicinissima a quella attuale che collega la Tiburtina a Torre de’ Passeri – il cui toponimo Turris Passarum vuol significare, per l’appunto, ad eredità di questa sua vecchia funzione, “torre delle passerelle”. Il sito si estende a partire all’incirca dai nostri terreni in direzione nord per proseguire oltre la strada asfaltata, soprattutto sotto il campo di ulivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Proprio in questo campo sono molto frequenti i cocci e chi ha esperienza può trovarvi pure monete, soprattutto del periodo Imperiale, tasselli di mosaici in pasta vitrea e in marmo, pezzi di intonaci colorati in rosso e giallo, ed altre testimonianze di questa civiltà. Affianco della settecentesca chiesetta della Madonna degli Angeli (al cui interno vi è un discreto affresco settecentesco), che si trova a soli 300 metri dall’agriturismo, c’è un lungo muro in parte coperto dai rovi che fungeva da base per l’antico acquedotto romano. I due rocchi di colonne romane e la pala di altare giacenti nella parte posteriore dell’azienda provengono pure da questi luoghi.
Nel medioevo tutta l’area Casauriense venne posta sotto la giurisdizione dell’abbazia di San Clemente, monastero benedettino che si trova a soli 2 km dalla tenuta Madonna degli Angeli che è considerato il più bell’esempio di romanico abruzzese. A questo periodo si deve, probabilmente, l’introduzione nelle nostre terre di un vitigno di origine francese (dal Chronicum Casauriense qui introdotto anticamente da alcuni monaci francesi), che ancora oggi coltiviamo con gelosa passione e che ci regala un particolare vino bianco, dal gusto e dal profumo particolare molto diverso dal locale Trebbiano D’Abruzzo.

L’area circostante dell’alta Valle del Pescara è ricchissima di insediamenti fortificati altomedioevali e torri di avvistamento (da alcuni studi seconda in Italia per livello di concentrazione) proprio per presidiare queste terre di passaggi e di confini strategici fra vari ducati e feudi che si contendevano lembi di terra nella preziosa vallata.

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